Un'immagine generica segnaposto con angoli arrotondati in una figura.

La Chiesa di San Nicola di Bari

Edificio di culto - Chiesa

La chiesa di San Nicola di Bari, risalente al XV secolo nel suo impianto originario, è stata oggetto di ampliamenti e restauro


Un'immagine generica segnaposto con angoli arrotondati in una figura.

Descrizione

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La chiesa Madre intitolata a San Nicola di Bari è formata da un’ampia navata centrale e due ampie
navate laterali sottostanti ad altrettanti matronei, il portale di ingresso è su piazza Giovanni Polo II
già Piazza Roma. Nella navata destra, entrando, sono ricavate diverse nicchie con santi;
interessante all’inizio della navata un crocifisso del 1700 e in fondo la statua di Cristo morto posto
in una cassa di cristallo. L’unico altare della navata destra è dedicato a San Michele Arcangelo.
Anche nella navata sinistra vi sono diverse nicchie con santi e l’altare di San Nicola. In fondo alla
navata, nella nicchia, al lato dell’altare maggiore è posizionata la statua di un artistica madonna
angioina del XIII-XIV secolo. Nell’aprile del 2004 sulla cantoria è stato collocato un organo a canne,
donato alla chiesa da un Monsignore originario di Sant’Arcangelo. Molte delle opere presenti nella
chiesa provengono dalla struttura originaria abbattuta nel 1939 , ricca di arredi sacri, statue,
dipinti, utensili ecc.



MADONNA CON BAMBINO IN TRONO (Chiesa Madre)
All’interno della chiesa madre di San Nicola si trova la statua della madonna con bambino in trono.
Statua di legno di pioppo, intagliato, dorato e dipinto risalente al tardo XIII secolo. La madonna
seduta in trono flette in alto il braccio destro reggendo un pomo sulla punta delle dita e sorregge
con la sinistra il bambino anch’egli seduto ed appena appoggiato con un piede sulla gamba della
madre benedicente e con un curioso scettro sormontato dal pomo nella sinistra. La statua fu
rinvenuta negli anni ottanta del novecento in un deposito della chiesa. Il restauro del 1990 ne ha
rivelato la qualità dell’intaglio ma non ha recuperato che in zone secondarie la policromia
originaria. Essa presenta motivi iconografici simili ad altre madonne lucane. A questa
impostazione, necessariamente arcaica, del gesto della mano destra di Maria e della sua posizione
frontale si sovrappone un più moderno sentire della composizione con quel bambino seduto che si
stacca dal corso di Maria che lo sostiene quasi nel vuoto. Il maestro che realizzò l’opera rimase
anonimo e provò ad allungare le figure e dare ai volti un tono più sorridente rispetto alle sculture
più antiche alle quali si era ispirato, risentendo negli ultimi decenni del XIII secolo di quella
sensibilità gotica che si era ormai affermata nei principali centri del regno.

MADONNA IN TRONO
All’interno della chiesa madre di San Nicola è situata la statua della Madonna in trono. Si tratta di
una statua in legno di pioppo, intagliato, dorato e dipinto risalente alla fine del XIII secolo. Questa
madonna deriva, con pochissime varianti, da un'altra conservata nella stessa chiesa. A differenza
dell’altra essa è conservata peggio in quanto manca del bambino, del pomo e della corona oltre
che di gran parte della policromia antica che fu recuperata nel restauro del 1987 soltanto nei
decori del trono e del velo. Per il resto vediamo delle dorature cinque-seicentesche e altre
ridipinture anche più recenti. Questa scultura non è molto più recente del suo originale che risale
agli ultimi decenni del duecento, tuttavia pur restando necessariamente fedele al modello
imposto, presenta delle varianti che ne dichiarano l’adesione ad una cultura un po’ più avanzata
ad esempio la postura divergente dei piedi calzati in scarpe a punte, ben più eleganti ed alla moda
delle scarpone indossate dall’altra Vergine. Questa deriva dalle sculture francesi e si ritrova sul
finire del secolo XIII e poi nel seguente in varie madonne spagnole; in Basilicata ritorna in quella di
Santa Maria dell’Olmo a Castelmezzano. E’ stato ipotizzato che questa scultura è stata realizzata
negli stessi anni del suo modello e per un luogo di culto che non conosciamo.

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CAP: 85037

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